“Si avvicina il Primo Maggio, ma per noi, purtroppo, non è una giornata di festa”. Così il segretario generale della UIL, Pierpaolo Bombardieri, all’indomani della conferenza stampa di presentazione dell’evento centrale per tutto il Sindacato confederale, ribadisce, ancora una volta, le sue preoccupazioni per l’attuale situazione economica e sociale. E lo fa dal Centro Balducci di Udine dove, questa mattina, si è svolto l’attivo dei delegati Cgil, Cisl e Uil del Friuli Venezia Giulia con i segretari regionali Villiam Pezzetta (Cgil) , Claudia Sacilotto (Cisl) e Matteo Zorn (Uil), in vista della mobilitazione unitaria proclamata dalle tre organizzazioni sindacali, che culminerà nelle iniziative di piazza del 6 maggio a Bologna, del 13 a Milano e del 20 maggio a Napoli.

“C’è ancora tanta gente che soffre – sottolinea Bombardieri – tanti lavoratori in difficoltà per le crisi aziendali, tanti giovani che non riescono a trovare lavoro, tanti lavoratori precari e mal retribuiti. Anche il Primo Maggio, dunque, sarà una giornata di mobilitazione per chiedere al governo interventi concreti per le lavoratrici, i lavoratori, i pensionati e i giovani. Vedremo cosa ci sarà nel cosiddetto decreto Lavoro – precisa – ma al momento siamo preoccupati per le decisioni che stanno emergendo. Il rischio è che, con quel provvedimento, aumenti la precarietà perché potranno essere utilizzati contratti a tempo determinato per la durata di tre anni”.

Intanto crescono i profitti e crescono le diseguaglianze, continua il leader della UIL, “ma, al contrario, diminuisce il potere d’acquisto dei salari, con un’inflazione che si è mangiato il 10% delle buste paga. Nel corso di un anno, dunque, i lavoratori hanno già perso una mensilità del proprio salario: pertanto, il previsto taglio del cuneo fiscale, con i suoi 15 euro lordi al mese, è del tutto insufficiente per recuperare quella perdita”.

“Infine – sottolinea Bombardieri – nulla si è mosso né in materia di salute e sicurezza, mentre si continua a morire sul lavoro, né di pensioni, visto il peggioramento di opzione donna, né di fisco, considerato che non c’è la riduzione strutturale delle tasse per pensionati e dipendenti e neanche la detassazione degli aumenti contrattuali. Ecco perché – conclude il segretario generale UIL – abbiamo indetto questa grande mobilitazione: siamo convinti che sia possibile costruire una società migliore e l’impegno unitario del Sindacato punta a convincere il Governo della necessità di cambiare direzione di marcia”.