“Sono migliaia, anche in Friuli Venezia Giulia, i docenti che sarebbero costretti a rimanere ancora nell’incertezza in caso di un rinvio dei concorsi della scuola al prossimo anno, con inevitabili conseguenze negative in termini di quella continuità didattica chiesta a gran voce da studenti e genitori”.
Lo rileva il Segretario della UIL Scuola Rua Fvg Ugo Previti alla luce dell’accordo raggiunto in nottata in maggioranza sul decreto scuola. Secondo le stime della UIL Scuola Fvg, in regione i precari con 3 anni di servizio che hanno i requisiti per accedere al concorso straordinario, per conseguire l’immissione in ruolo e l’abilitazione, sarebbero circa 2 mila. Altri 5 mila potrebbero essere gli aspiranti insegnanti che, pur non avendo mai insegnato, potrebbero presentare domanda per il concorso ordinario.
L’accordo raggiunto – aggiunge Previti facendo proprie le considerazioni già rimarcate a livello nazionale – “non serve alla scuola e alla società civile ma al potere della politica”.
“Se la mediazione è basata sul rinvio al prossimo anno – ha commentato a caldo il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – siamo in presenza di una politica autoreferenziale che contraddice se stessa. Basta vedere le innumerevoli dichiarazioni dei giorni scorsi che ritenevano prioritario avere al 1°settembre i docenti in classe. Stiamo parlando della conversione di un decreto legge pensato nell’agosto scorso, quindi un provvedimento adottato per ragioni di necessità ed urgenza, ancora prima della pandemia. Ragioni di necessità ed urgenza che non sono evaporati, anzi si sono accentuati per effetto della pandemia in corso”.
Le ragioni della politica hanno travisato il fine con il mezzo. Il fine era, e resta, mettere in ruolo i precari al 1°settembre. Il mezzo era lo strumento per realizzare questo obiettivo.
Si è stravolto tutto. Resta la stessa realtà: resta il balletto dei docenti, resta l’aumento dei contratti precari, resta l’amarezza di un governo che si concentra sulla gestione piuttosto che sulla strategia di fondo.
Speriamo che ci sia un momento di recupero della realtà e si individuino percorsi seri e coerenti come quello unitariamente sostenuto dai sindacati: concorso per titoli ed esame finale, anche con lo scritto. Ma sia dato seguito all’immediata assunzione in ruolo dei 40.000 precari, che avranno, a fine anno, ogni opportuna verifica e valutazione anche con elaborati scritti, per dare pace ai fautori del merito.
La UIL Scuola ribadisce che il governo farebbe bene a concentrarsi sulla ripresa a settembre delle scuole, i cui termini e soluzioni nessuno conosce e ci sembra un comportamento quantomeno colpevole, ma pare che sia secondario rispetto agli interessi politici intorno ai concorsi che stranamente finiscono quasi sempre davanti ad un giudice come quello ultimo dei dirigenti scolastici.
Non è neanche secondario considerare che la costituzione di commissioni che devono lavoreranno part-time di pandemia aggraverà e renderà questa procedura un calvario, che ogni forza politica che oggi esulta per l’accordo, dovrà considerare.
25 maggio 2020