Il Consiglio Sindacale Interregionale Friuli Venezia Giulia/Veneto/Croazia Sudoccidentale (C.S.IR.) – l’associazione preposta alla cooperazione sindacale transfrontaliera, che riunisce le organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL di Friuli Venezia Giulia e Veneto e SSSH delle contee dell’Istria, Litoraneo-Montana e di Lika-Segna – esprime la propria viva soddisfazione per l’esito positivo del referendum che domenica 22 gennaio, ha visto il popolo croato pronunciare un netto SÌ all’adesione della Repubblica di Croazia all’Unione europea.

Il C.S.IR., che ha seguito e monitorato il percorso di adesione della Croazia all’Unione europea sin dal 2004, non esita a definire storica la decisione del popolo croato, il quale – seppur con una scarsa affluenza alle urne, dovuta anche allo scarso interesse e alla perplessità suscitati dal difficile momento dell’Europa – con il proprio voto si è chiaramente espresso perché la Croazia diventi dal 1° luglio 2013 il 28° Paese dell’Unione.

“Superato questo ostacolo – ha detto il Presidente del C.S.IR., Michele Berti –, ora bisognerà attendere la fase di ratifica del Trattato da parte dei 27 Paesi già comunitari, che comunque non dovrebbe nascondere particolari insidie. Ciò che sarà importante fare, invece, è sollecitare i governi degli altri Paesi dell’UE, e quello italiano in particolare, a non assumere dopo il 1° luglio 2013 alcuna misura transitoria del diritto alla libera circolazione dei lavoratori croati nei mercati del lavoro nazionali. Se ciò dovesse malauguratamente avvenire, per il mercato del lavoro del Friuli Venezia Giulia sarebbe un’autentica beffa, in quanto continuerebbero a rimanere inalterati importanti alibi al mantenimento di migliaia di rapporti di lavoro irregolari con cittadini croati. Da questo punto di vista, l’esperienza dell’ingresso dell’Unione europea della Slovenia del 2004, ai cui lavoratori per due anni furono imposte misure limitative del diritto alla libera circolazione, dovrebbe aver insegnato a non ripetere gli errori del passato”.

 “Il C.S.IR. – ha concluso Berti – s’impegnerà affinché questa prospettiva venga scongiurata e i lavoratori croati, così essenziali ad alcuni settori del mercato del lavoro regionale, possano avere sin dal 1° luglio 2013 la libera circolazione nel mercato del lavoro italiano e del Friuli Venezia Giulia”.