Di Giacomo: “Dopo le ferite da pandemia, guerra ora rischia di travolgerci”

Gli anni appena trascorsi hanno segnato un’epoca del tutto inaspettata, una crisi pandemica che ha inferto profonde ferite e da cui ci preparavamo ad uscire, ora con la guerra in Ucraina in corso, la crisi minaccia di travolgerci in maniera ancora piu? catastrofica. E’ l’introduzione del segretario della UIL di Gorizia, Andrea Di Giacomo, al congresso provinciale che lo ha confermato all’unanimità al comando della Camera sindacale territoriale, assieme ai componenti della segretaria Sergio Benvenuto e Luciano Bressan.

Di Giacomo ha ottenuto infatti la fiducia di tutte le categorie per continuare il processo di rinnovamento della UIL sul territorio della provincia di Gorizia. Territorio che vede la deindustrializzazione quasi completata del capoluogo isontino, che ha perso le sue industrie tessili, mentre il baricentro economico è sempre più centrato sulla cantieristica di Monfalcone, caratterizzata da appalti, subappalti, distacchi internazionali, che frammentano il lavoro e creano zone fertili per irregolarità e sfruttamento.

“Non e? piu? sopportabile che lavoratrici e lavoratori vivano con contratti instabili e precari e che il nostro mercato del lavoro sia connotato da carriere frammentate, discontinue e con bassi salari”, continua Di Giacomo. A questa condizione oramai endemica a livello nazionale, che va fronteggiata insistendo sulla contrattazione collettiva ed “eliminando” i cosiddetti contratti pirata, si aggiunge negli ultimi due anni una riduzione del potere reale d’acquisto dei salari, dovuta all’impennata dell’inflazione e aumento dei costi dell’energia.

Secondo i calcoli della UIL di Gorizia, infatti, nel periodo gennaio-giugno 2022 una coppia con almeno un figlio ha perso 1.240 euro di potere d’acquisto, compensati solo in parte dagli aiuti del governo. Anche con l’indennita? dei 200 euro e i bonus luce e gas, ben il 41% del potere d’acquisto perso non viene recuperato.

Per quanto riguarda l’energia, “la strada per diventare meno vulnerabili e? sicuramente quella dell’incremento del rinnovabile, ma con prudenza e attenzione – aggiunge il segretario UIL goriziano –. L’Italia possiede un patrimonio paesaggistico da tutelare (elemento trainante per il turismo), un sistema agricolo prezioso, potenzialita? energetiche che, per posizioni ideologiche e interessi sottesi, sono state criminalizzate come nemiche dell’ambiente”.

Concorde con quanto espresso anche dal neoconfermato segretario confederale di Udine, Luigi Oddo, e il segretario regionale Matteo Zorn, secondo Di Giacomo la UIL deve accettare il fatto che, su salari, precarietà e un’economia sempre più assoggettata a multinazionali che agiscono unilateralmente unicamente in base al profitto, è inevitabile una stagione di lotte sociali e conflitti che deve vedere il sindacato tornare nelle piazze, per non perdere i cittadini e per ottenere un “recupero pesante” sia del proprio ruolo sia dei livelli salariali, i più bassi tra i grandi Paesi europei.

Anche perché, aggiunge Zorn in chiusura del congresso, come tutte le transizioni tecnologiche che sono avvenute nella storia, anche questa ecologica e digitale, se non governata anche dal sindacato, rischia di eliminare i posti di lavoro, non crearli. Per questo ci vuole l’unitarietà sindacale, da intendere non come fine ma come mezzo per conseguire obiettivi comuni. Ma se questa non è possibile, conclude, la UIL deve essere in grado di andare avanti anche da sola.