Zorn (neoeletto segretario CCdL UIL Trieste): sviluppo industriale e portuale possono e devono essere compatibili rispetto all’ambiente ed alla crescita di Turismo e Commercio. Franzolini (commissario straordinario UIL FVG): “risorse europee da impiegare in formazione e riqualificazione dei lavoratori estromessi dal posto di lavoro dopo sblocco licenziamenti”. 

“La debolezza del sistema economico territoriale triestino, già evidenziata nell’ambito della precedente “crisi industriale”, è stata accentuata in maniera esponenziale dagli effetti della pandemia da COVID-19.  Nonostante l’industria abbia continuato a produrre durante il lockdown, c’è preoccupazione per le principali realtà industriali: in Flex siamo ancora in una situazione di incertezza riguardo il futuro. In Ferriera il percorso di riconversione va a rilento a causa dei ritardi nell’autorizzazione delle concessioni; non possiamo permettercelo”.   Lo ha dichiarato Matteo Zorn, neoeletto Segretario della CCdL UIL di Trieste, in occasione del congresso straordinario tenutosi stamani alla Stazione marittima che ha portato a un rinnovamento e cambio generazionale nella governance del sindacato giuliano pronta ad affrontare con impegno e fiducia le sfide del futuro. 

“Le risorse previste per il porto di Trieste, la sua integrazione con l’industria, la piattaforma logistica, il rafforzamento della rete ferroviaria, il Porto Vecchio, sono una grande opportunità non solo per Trieste, ma per l’intero Friuli Venezia Giulia – è entrato nel merito della situazione locale -. L’interesse concreto di Danieli, con il gruppo ucraino Metinvest per realizzare alle Noghere, a Muggia, un laminatoio a basso impatto ambientale, è una grande opportunità per la città. È di questi giorni la notizia che Metinvest ha rinviato all’autunno il via libera all’investimento. Se non vogliamo essere ostaggi di strumentalizzazioni e propaganda politica, servono trasparenza e coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti per una valutazione complessiva del progetto. Lo sviluppo industriale e portuale possono e devono essere compatibili rispetto all’ambiente ed alla crescita del Turismo e del Commercio. Non possiamo perdere opportunità di sviluppo per la città, contrariamente il declino demografico sarà irreversibile”. “E’ indispensabile aprire una discussione generale sulle politiche economiche territoriali per affrontare gli effetti drammatici che avremo sul fronte occupazionale”, ha aggiunto Zorn.

La necessità di trovare dei correttivi per permettere di incrociare in maniera efficace domanda ed offerta di lavoro, a Trieste come nel resto del Friuli Venezia Giulia, è stato uno dei temi al centro della relazione con cui il Commissario straordinario della UIL FVG Mauro Franzolini ha aperto i lavori del congresso straordinario della CCdL UIL di Trieste.  “Dobbiamo rivedere molto velocemente tutte le politiche attinenti l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, la formazione e soprattutto la riqualificazione dei lavoratori e dei disoccupati, ed aprire una seria riflessione sulle politiche relative all’immigrazione delle persone sul nostro suolo”, ha affermato Franzolini ricordando la “generalizzata difficoltà a tenere il tasso di sviluppo regionale e nazionale agli attuali livelli che si abbatterebbe inesorabilmente sul capo come una gigantesca spada di Damocle qualora non trovassimo soluzioni a questa problematica”. 

“I nostri giovani tendono giustamente ad allungare progressivamente i loro cicli di studio fino ad arrivare alla laurea. Molto spesso scelgono indirizzi di studio umanistici e trovano all’estero le giuste soddisfazioni lavorative e retributive, contribuendo così al calo demografico che ormai da anni colpisce l’Italia ed in particolare la nostra regione. Di converso le richieste che provengono dai luoghi di lavoro vanno indirizzandosi su qualificazioni e specializzazioni molto spesso di natura tecnica – ha proseguito Franzolini – . E’ una situazione per alcuni aspetti paradossale, destinata a peggiorare se non metteremo in pratica le opportune contromisure. E’ necessaria una visione globale. L’enorme afflusso di risorse provenienti dalle decisioni assunte a livello europeo vanno impiegate anche verso la formazione e la riqualificazione delle persone che attualmente non sono occupate o che, a seguito della mancata conferma del blocco dei licenziamenti, verranno estromesse dal loro luogo di lavoro e dal settore in cui si sono storicamente impiegate”.

Una prima risposta al problema, secondo Franzolini, potrebbe arrivare dal “corretto inquadramento dei lavoratori transfrontalieri impiegati irregolarmente. Il 9 febbraio 2021 i Consigli Sindacali Interregionali hanno inviato unitariamente all’Assessore regionale al Lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia Alessia Rosolen un memorandum relativo agli ostacoli alla mobilità delle lavoratrici e dei lavoratori che si muovono nell’area compresa tra Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, Austria e Croazia. Sono stati offerti suggerimenti e possibili soluzioni a una questione centrale nella vita economica e sociale della regione”.

I lavori sono stati chiusi dal Segretario organizzativo della UIL Nazionale Emanuele Ronzoni. “Siamo in una città bellissima, in una Regione molto importante e che diventerà ancora più importante in futuro vista la sua posizione. Oggi da Trieste vogliamo ricordare a tutti che in questo momento nel nostro Paese ci sono delle priorità. La priorità assoluta è il lavoro. Come UIL ci stiamo battendo, anche insieme a CGIL e CISL, per dire al Governo che c’è bisogno di mettere in campo delle politiche per il lavoro, per creare sviluppo. L’unica possibilità che abbiamo per ripartire è creare occupazione: arriveranno tante risorse e vanno investite bene. Creare infrastrutture, di cui c’è tanto bisogno, vuol dire creare posti di lavoro. Servono anche politiche attive del lavoro concrete. Stiamo chiedendo al Governo che vigili e si assuma le sue responsabilità rispetto al fenomeno dei licenziamenti. Abbiamo firmato un protocollo con il Governo e le controparti che viene in alcuni casi disatteso perché alcune aziende hanno iniziato a licenziare.  È un accordo che chiama alla responsabilità. Chiediamo che ognuno faccia la propria parte”.

Trieste, 20 luglio 2021