La decisione di adottare pattuglie miste italo-slovene sul confine carsico a decorrere dal 1 luglio, speriamo di sbagliare, ma ci pare poca cosa rispetto al fenomeno delle traversate appiedate dei migranti sulla rotta balcanica, soprattutto in vista della bella stagione. In più la domanda spontanea che ci viene da farci in questi giorni è: con quale personale?

Tuttavia, come ha già sottolineato più volte da questa organizzazione sindacale, rispetto al fenomeno migratorio che già da inizio anno ha cominciato ad avere un notevole incremento sul nostro territorio, in particolare a Trieste, crediamo che aldilà dei soliti strumentali allarmismi e aldilà dei proclami propagandistici, anche di qualche pseudo sindacato di polizia, sia necessario affrontare tale fenomeno con senso della realtà, con grande senso di responsabilità e concretezza. Trieste oramai potrebbe trovarsi a fare fronte a situazioni pressoché paragonabili a quelle già vissute nelle isole del nostro Paese con lo sbarco dei migranti via mare.

Tale fenomeno, può essere gestito solamente attraverso l’interazione di tutti i soggetti e le istituzioni deputate ad affrontarlo, per quello che a ognuno compete: un’organizzazione ad hoc. Ad oggi invece, nonostante più volte invocata non ci sembra sia stata approntata, basta fare una visita all’ingresso della Questura o di qualsiasi altro posto di polizia, quasi ogni benedetto giorno e vedere le condizioni di chi è stato rintracciato e di chi opera, come pochi giorni fa per un rintraccio di 100 persone. Non c’è ancora oggi, nonostante i segnali e il monitoraggio da mesi di tale manifestazione, un protocollo di intervento operativo, condiviso. Nel contempo solo dichiarazioni, tentativi necessari, dopo il nulla, ad ammansire e al contempo ad alienare i nostri lavoratori, chi offre fattivamente un contributo sul campo, concreto. E gli altri soggetti che dovrebbero contribuire? Nella nostra realtà provinciale, le risorse, e i luoghi fisici di accoglienza risultano essere totalmente al di sotto delle necessità reali a cui bisogna fare fronte oramai quotidianamente se non addirittura più volte nella medesima giornata: anche temporaneamente servirebbero uomini che sappiano già trattare la materia, mezzi, interpreti, locali adeguati, come già più volte richiesto, ove trattenere i migranti per il tempo strettamente utile a compiere tutte le formalità di rito che assicurino loro di poter chiedere – laddove ve ne siano i presupposti – Asilo o protezione.

Poi leggendo le dichiarazioni sulla stampa…………: Trieste Prima del 6 giugno ove il Ministro dell’Interno annuncia 138 assunzioni in regione di operatori delle forze dell’ordine. Il piano di potenziamento previsto dal Ministero dell’Interno per Trieste, vede a luglio l’arrivo di due uomini in Questura e due alla Frontiera.

Il sindacato confederale porta con se i valori della solidarietà e le tradizioni del movimento operaio di ispirazione democratica e non è, al contrario di alcuni sindacati, nè contro nè al servizio di alcun partito politico, quindi eviteremo in tale circostanza, di citare il nome dell’assessore, per il quale ci sembra di capire che le pattuglie miste possono partire anche a parità di personale.

Per concludere, rammentiamo a noi stessi visto che spesso lo dimentichiamo e ci può essere utile alla riflessione, che la gestione del fenomeno dei migranti è in piccolissima parte un problema di Polizia. Rammentiamolo a chi lo dimentica. E proprio per questo sembra perdere la bussola, vaneggiando di sospensioni di Schenghen.

Sia come minaccia in risposta a presunte inadempienze di altri paesi, sia come misura di contrasto è l’arma scarica di chi annaspa a fronte della complessità dei problemi, che non si dissolvono con i proclami al popolo.

Il Segretario Provinciale UILSICUREZZA Trieste

Paolo Di Gregorio