Zorn: “La chiave del mismatch oggi è demografica, non ci sono giovani, non la formazione”

“L’aumento dell’occupazione e un tasso di disoccupazione molto basso dimostrano che il Friuli Venezia Giulia ha buone fondamenta economiche e che le politiche di formazione e incentivo all’occupazione della Regione stanno dando i loro frutti. Tuttavia il mismatch tra domanda e offerta di lavoro permane per alcuni settori di lavoro, ed è sempre più evidente che oggi la chiave principale non è più la formazione, bensì l’aspetto demografico: non ci sono giovani”. Lo sottolinea il segretario generale UIL del Friuli Venezia Giulia, Matto Zorn.

“Per colmare la ‘voragine’ occupazionale in certi lavori, bisogna renderli quindi attrattivi agli occhi dei giovani: primo con la retribuzione adeguata, poi con buone condizioni di lavoro. Aspetti che invece vengono puntualmente aggirati nel discorso pubblico delle categorie datoriali”, osserva il segretario.

“In particolare nel turismo, dove stagionalità e temporaneità sono la regola, uno dei primi motivi che respinge i giovani è la scarsa qualità del lavoro, dovuta anche a contratti collettivi scaduti da anni e che non vengono rinnovati. Stiamo parlando – rimarca Zorn – di un settore con controparti che registrano buoni andamenti economici, quindi hanno tutti gli strumenti per poter rinnovare i contratti e valorizzare così lavoro e professionalità. Invece puntualmente preferiscono lamentarsi che ‘i giovani non vogliono lavorare’. Sì che vogliono, ma vanno spesso all’estero dove trovano qualità e condizioni migliori. Per questo la UIL chiede alle parti datoriali un gesto di responsabilità e di impegnarsi seriamente nel rinnovo contrattuale per dare retribuzioni e condizioni migliori anche a lavoratrici e lavoratori in Italia”, conclude il segretario regionale.