Previti: “Nota ministero dà solo suggerimenti. In Fvg stanziati fondi dalla Regione per potenziare personale, docente e Ata, ma non basta”

Alla vigilia dell’avvio del nuovo anno scolastico, non c’è ancora una indicazione chiara e univoca su come i dirigenti scolastici dovranno verificare il possesso del Green pass da parte del personale. La nota ministeriale, appena emanata, non è bastata a fare chiarezza e l’onere di trovare le soluzioni per adempiere all’obbligo è scaricato ancora una volta sulle scuole. 

La situazione preoccupa anche la UIL Scuola del Friuli Venezia Giulia. 

“La Regione è stata una delle più virtuose; l’assessorato all’Istruzione ha dimostrato particolare attenzione alle scuole, con lo stanziamento di fondi per potenziare il personale, docente e non, per il regolare avvio dell’anno scolastico, ormai il terzo caratterizzato dall’emergenza Covid – sottolinea il segretario della UIL Scuola Fvg Ugo Previti -. Ma non basta. Il problema delle verifiche del possesso della certificazione verde obbligatoria permane”. 

In queste ore i Dirigenti scolastici stanno cercando le soluzioni e le procedure “che limitino le responsabilità e diano una parvenza di gestione organica”. “In molte scuole manca ancora parecchio personale”, aggiunge Previti che ricorda come siano in corso proprio in questi giorni le procedure di convocazione del personale per le nomine a tempo determinato. “Il personale in servizio si trova costretto così a un ulteriore aggravio di lavoro in un momento dell’anno particolarmente delicato per la ripresa delle attività”. 

“La circolare ministeriale – ha osservato proprio oggi il Segretario nazionale della UIL Scuola Pino Turi – è una sorta di autocertificazione di impotenza, un coacervo di contraddizioni normative. Ora bisogna uscire dal pantano in cui è stata messa la scuola. Il meccanismo standard del green pass non è adatto alla scuola, non ci sono avventori, non è una pizzeria, né un teatro, né una rete di trasporti. Ci vuole rispetto e certezza dei diritti invece assistiamo alla cocciuta contrapposizione ideologica voluta da alcuni settori politici, e anche sindacali, che bocciando ostinatamente, con una capriola politica il protocollo d’intesa, dovranno assumere le rispettive responsabilità”.

Per la UIL Scuola l’utilizzo dei tamponi genici, magari a basso costo come quelli salivari, con oneri a carico delle scuole (che hanno le risorse per farlo) non avrebbe risolto interamente il problema, ma almeno avrebbe avviato l’anno scolastico.

La UIL Scuola resta in attesa di conoscere le misure del Dpcm, considerata l’inapplicabilità dell’attuale quadro normativo: servono scelte e soluzioni, non consigli. 

Trieste, 31 agosto 2021