Per la prima volta la UIL del Friuli Venezia Giulia, insieme a Cgil, Cisl e Uil hanno preso parte all’ormai tradizionale incontro sul confine tra le due confederazioni sindacali slovena (ZSSS) e croata (SSSH).

Si è rinnovato anche quest’anno, come ormai da tradizione, l’appuntamento al confine tra le confederazioni sindacali di Slovenia e Croazia per rinsaldare i legami di amicizia e cooperazione. La sesta edizione di “Sindacati senza frontiere” si è tenuta al valico di Bregana, con una grossa novità. Per la prima volta oltre ai rappresentanti di ZSSS e SSSH hanno partecipato all’incontro anche alcune rappresentanze sindacali regionali di CGIL, CISL e UIL. A rappresentare la UIL del Friuli Venezia Giulia c’erano il segretario generale Giacinto Menis, il presidente del CSIR (Consiglio sindacale interregionale) Michele Berti e il segretario provinciale della CCdL di Trieste Vincenzo Timeo.

Nel corso dell’incontro i presidenti nazionali della Confederazione dei sindacati indipendenti della Croazia e della Confederazione dei sindacati indipendenti della Slovenia, insieme ai segretari del Friuli Venezia Giulia, hanno redatto e sottoscritto una dichiarazione comune d’intenti in tema di occupazione e giustizia sociale. Il documento riporta la delusione dei sindacati per come i Governi nazionali e la Commissione europea stanno affrontando questo momento di crisi internazionale. Si è ripresa, in sostanza, la stessa linea che da qualche mese sta adottando a livello europeo la CES, la confederazione europea dei sindacati, che si sta schierando su posizioni opposte alle scelte della Commissione, contro le misure di patto di stabilità e fiscal compact che puntano al puro risanamento dei bilanci, andando però a reprimere l’economia e a penalizzare i lavoratori, le politiche salariali e la possibilità di rilanciare i consumi.

“Noi rappresentanti dei sindacati, riuniti in occasione dell’incontro “Sindacati senza frontiere”, vogliamo ammonire i governi che la ripresa economica è destinata a fallire se continuerà a basarsi sulla politica economica predominante e sulle riforme strutturali neoliberali, che si sono dimostrate dolorosamente infruttuose e fallimentari, dannose e distruttive – si legge nel documento -.  Esprimiamo la nostra contrarietà alle misure di risparmio, alla riduzione degli stipendi e delle pensioni, alla disoccupazione dei giovani, allo smantellamento del sistema della previdenza sociale, alla deregulation, all’ulteriore liberalizzazione del mercato del lavoro, allo sgretolamento della contrattazione collettiva e del dialogo sociale, alla privatizzazione dei servizi pubblici, all’erosione dei diritti dei lavoratori e degli standard raggiunti, indebolimento dello stato sociale, alla povertà, all’esclusione sociale e alla crescente disuguaglianza sociale”.

Le alternative esistono. “L’Europa deve basarsi sull’uguaglianza, sulla solidarietà, sulla giustizia sociale e sulla coesione sociale. Il piano di ripresa economica deve dare la priorità agli investimenti nella crescita sostenibile, ai posti di lavoro di qualità e alla giustizia sociale, lottando al contempo contro le disuguaglianze. Desideriamo più Europa sociale, più solidarietà per i cittadini europei, in particolar modo per i giovani, i pensionati e le donne, ed esigiamo una politica unitaria, efficace e socialmente giusta della ripresa economica e sociale”.

Nell’occasione i sindacati hanno espresso anche il loro pieno appoggio al prossimo ingresso a pieno titolo della Repubblica di Croazia nell’Unione europea.