“Durante e dopo la pandemia che ha segnato uno spartiacque nella vita quotidiana di tutti, l’INPS ha fatto si che il Paese non si fermasse e ha erogato servizi fondamentali senza i quali l’Italia non sarebbe potuta ripartire. Lo strumento dello smart working è stato fondamentale per la ripresa e crescita di tutte attività produttive all’epoca essenziali per dare le prime risposte alla eccezionalità dell’evento. Lo strumento del ‘Rendiconto sociale’ è un appuntamento che contraddistingue la salute dell’Istituto”.
Cosi Fabio Nemaz, segretario organizzativo della UIL Friuli Venezia Giulia e presidente del Comitato provinciale INPS di Trieste, aprendo la presentazione del Rendiconto sociale regionale 2023 dell’INPS del Friuli Venezia Giulia, per la prima volta nella nuova sede di via Battisti a Trieste.
“Le sedi provinciali di Udine e Pordenone, nella loro autonomia – continua –, sono riuscite a mantenere un buon sistema organizzativo e qualitativo in questo periodo; Gorizia anche nel suo piccolo ha un segno positivo. Discorso a parte per la sede del capoluogo regionale che sta ancora ultimando il trasloco della sede, che non pochi disagi ha provocato, ma si sta arrivando alla normalità”.
L’anno in corso, osserva tuttavia Nemaz, “per quanto riguarda l’attuazione del turnover promesso da tanti, ma che per molteplici cause non si è mai potuto realizzare, è stato l’anno della svolta con l’attuazione del concorso che ha permesso alle Sedi, ormai in ‘debito di ossigeno’, hanno ottenuto l’agognato inserimento di nuovo personale, in particolare la sede di Trieste che senza le attuali integrazioni di personale era destinata a soccombere”.
I dati di quest’ultimo periodo, prosegue ancora il segretario UIL, “dicono che otto regioni su venti hanno un rapporto insostenibile tra occupati attivi e pensionati: il Friuli Venezia Giulia ha 521.000 lavoratori attivi rispetto a 516.000 pensionati. Sono dati preoccupanti che sicuramente la politica prima o dopo dovrà affrontare insieme tutte le problematiche in materia di previdenza”.
La proposta della UIL per iniziare a risolvere questi problemi, è di “costruire un sistema organizzativo all’interno dell’INPS che separi l’assistenza dalla previdenza. Tutti lo hanno voluto, ipotizzato, ma il coraggio di attuarlo è ancora materia da lasciare ai posteri, ma potrebbe almeno essere dato un cenno per iniziare una discussione in questo senso”, conclude Nemaz.