Previti: “Invece di stabilizzare i supplenti, il ministero del Merito tappa i propri buchi”

“Si tolgono alle scuole del Friuli Venezia Giulia circa 35 unità di personale ATA, senza possibilità di essere sostituiti”. Così il segretario generale della UIL Scuola Rua del Friuli Venezia Giulia, Ugo Previti, denunciando gli effetti del decreto 71 del 2024 che toglie il personale tecnico-amministrativo dagli istituti, per destinarlo alle amministrazioni periferiche (Uffici scolastici regionali e provinciale e ambiti territoriali).

“Come se non bastasse – aggiunge Previti – è previsto che, qualora il periodo di servizio nel ministero ecceda cinque anni continuativi, il personale in questione perda la titolarità nella scuola di origine, e rientri in servizio in una qualsiasi altra scuola della regione, con priorità di scelta secondo le modalità definite in sede di contrattazione collettiva”.

Si tratta quindi di un “intervento peggiorativo, frutto di scelte ragionieristiche per fare cassa” continua il segretario, “che va ad alimentare la situazione di precarietà e di difficoltà che vivono le scuole. Situazione che vede centinaia di plessi con la presenza di un solo collaboratore scolastico; adempimenti di segreteria, sempre più articolati e complessi, che in tanti casi vanno ben oltre gli obblighi stabiliti nel contratto di lavoro; assistenti tecnici del primo ciclo scolastico senza un profilo che ne specifichi i compiti e che prestano servizio in più istituti”.

UIL Scuola chiede con insistenza da tempo un piano straordinario di immissioni in ruolo per gli ATA su tutti gli 800 posti vacanti e disponibili, ora coperti da supplenze, e con l’ampliamento dell’organico anche al fine di rendere stabile quello aggiuntivo.

“Invece, non solo non si stabilizzano i supplenti, ma si sottraggono agli istituti altre 35 unità – sottolinea Previti –. Non si può togliere alle scuole a coprire l’incapacità di organizzare un concorso per coprire le carenze negli uffici ministeriali: al ministero del Merito sono bravi solo a fare concorsi senza capire quali sono le vere esigenze della scuola”, conclude il segretario.