Zorn: “E’ necessario un processo di aumento dei salari, sono troppo bassi in Italia”

Il quadro sta peggiorando. Le condizioni di contesto sono terribili: prima il Covid, poi la guerra che ha aggravato l’inflazione. Crescita dell’inflazione, già in salita prima, calo dei consumi, molta incertezza e preoccupazione: se non si prendono le dovute misure, a cominciare dal lavoro, siamo a rischio recessione e, in prospettiva, rischio stagflazione, come negli anni ’70. E la sintesi dello stato dell’arte del Paese del segretario Uil di Trieste e del Friuli Venezia Giulia, Matteo Zorn, in apertura del congresso della Camera confederale del lavoro (CCdL) UIL di Trieste alla presenza del segretario organizzativo UIL nazionale Emanuele Ronzoni.

Zorn ribadisce la necessità di un aumento dei salari, troppo bassi in Italia, a cominciare da un a stagione di rinnovi contrattuali che con aumenti indipendenti del parametro Ipca, lotta ai contratti “pirata” che fanno dumping contrattuale, e lo sviluppo della contrattazione di secondo livello e del welfare aziendale e detassazione dei redditi. E il contesto in cui si elimina il precariato, mentre sul “salario minimo”, pur non contraria, la UIL preferisce considerarlo come “minimo contrattuale” stabilito dal contratto collettivo nazionale, e non alternativo alla contrattazione collettiva.

Il segretario mette poi l’accento sul problema della deindustrializzazione del territorio triestino, che vede in corso la vertenza della Flex per scongiurare 280 esuberi su 570; l’improvvisa chiusura, entro il 30 settembre, dell’ex Principe, con 50 lavoratori che rischiano la disoccupazione; timori per le prospettive dello stabilimento di Wartsila. Sul lato positivo, sebbene non riuscirebbero a compensare la perdita dell’occupazione delle tre aziende, vi sono il nuovo insediamento della British American Tobacco e la riconversione della Ferriera. Zorn sottolinea l’assenza da parte del Comune di una visione economica del territorio e di iniziative per scongiurare la deindustrializzazione.

E’ avvenuta pochi giorni fa invece un’apertura del Comune di Trieste per quanto riguarda il rinnovo del Protocollo d’intesa sugli Appalti, presentato unitariamente da Cgil, Cisl e Uil nel 2015 per regolare almeno nella pubblica amministrazione il fenomeno delle ‘esternalizzazioni’. Appaltatori e subappaltatori, oltre a frammentare il mercato del lavoro, osserva Zorn, sono spesso meri serbatoi di manodopera con salari inferiori, e meno protetta, ed è un fenomeno che sta proliferando per mera logica di riduzione dei costi in tutti i settori: logistica, alimentare, costruzioni, alberghiero, manifattura, servizi e pubbliche amministrazioni”. Secondo la Uil, gli appalti dovrebbero essere usati solo per attività lontana dall’attività ordinaria.


 

Tra i temi più volte emersi durante il congresso della CCdL UIL di Trieste, la situazione di disperata carenza di personale nella sede Inps in regione e in particolare nel capoluogo giuliano. Situazione che è destinata a peggiorare per altri pensionamenti che non verranno prontamente sopperiti. Anche in queste situazioni i servizi per i cittadini non si sono mai fermati, neppure per il Covid, aggiunge il direttore dell’Inps del Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Sardi, il carico del lavoro è invece cresciuto del 4.200% rispetto al 2019. Stesso problema interessa l’Agenzia delle Dogane e i Vigili del fuoco, dove manca il 40% del personale, spiega Lorenzo Guerrini, segretario della UILPA. Situazione critica, evidenziata da Giulia Zgur della UILTuCS di Trieste, è quella della vigilanza armata, settore che ha il contratto scaduto da 7 anni, ‘drogato’ di straordinari, e con contratti full-time anche da soli 800 euro mensili. Eppure le guardie giurate presidiano e garantiscono i luoghi fondamentali dell’economia regionale, dei servizi al cittadino e le istituzioni, avendo persino garantito in vari contesti il rispetto delle norme anti-Covid.

Influisce invece direttamente sulla sicurezza del lavoro la mancanza di personale per negli Ispettorati sul lavoro, aumentati, sebbene in quantità insufficiente proprio su proposta della UIL, spiega Ronzoni. Nel contempo le aziende hanno aumentato i ritmi di lavoro, gli orari, e abbassato la guardia sulla sicurezza per non perdere il rilancio. Ronzoni sottolinea tra proposte UIL fatte al governo anche la tassazione degli extra-profitti per le compagnie energetiche e la sospensione del Patto di stabilità dell’Unione europea, e chiede ancora la tassazione delle transazioni finanziarie e più impegno nella lotta all’evasione fiscale.

Il congresso ha infine confermato all’unanimità Matteo Zorn come segretario confederale della UIL di Trieste, e Michele Berti (tesoriere) e Fabio Nemaz nella segreteria.