Palombella: “Non cerchiamo soluzioni alternative; l’azienda ritiri la procedura licenziamento”

Urbani (UILTuCS): “Non dimentichiamo l’indotto, è un’economia importante per il territorio”

“Incredibile, quasi commovente”. Commenta così il segretario generale UILM Trieste-Gorizia, Antonio Rodà, la manifestazione che sabato ha visto scendere in piazza a Trieste oltre 10mila persone a sostegno delle lavoratrici e lavoratori di Wartsila e del suo indotto. Cittadini semplici, non solo delegati e quadri sindacali, ma una vera e sincera risposta della città che ha saputo unirsi nuovamente attorno a una questione che incide sul futuro di tutto il territorio. Manifestazione organizzata da Uilm, Fim e Fiom, che ha visto inoltre la partecipazioni di tutti i rappresentanti istituzionali, tanto che accanto alle bandiere sindacali e ai gonfaloni istituzionali vi era anche quello di Confindustria, a testimonianza dell’unità d’intenti e d’azione.

“Sapevamo che i numeri sarebbero stati importanti, ma questo punto di partecipazione è qualcosa che ci lascia sorpresi positivamente”, aggiunge Rodà. E continua: “Noi raccogliamo la forza di questa piazza per andare il giorno 7 settembre al ministero a cercare di ottenere una risposta dall’azienda e da questo governo. Il governo deve aprire gli occhi sulla città, deve capire che c’è un problema industria grande e che bisogna tutelare questa produzione e far sì che l’industria continui a rappresentare un elemento di prospettiva per il territorio. Questa è la forza che ci ha dato questa piazza oggi, e questa è la dote che dobbiamo capitalizzare al massimo”.

A intervenire dal palco di piazza Unità c’era per la UILM il suo segretario nazionale, Rocco Palombella che sottolinea come “ricercare in queste ore soluzione alternative per Wartsila sarebbe una posizione delittuosa”. La UILM con le altre sigle sindacali intende mantenere invece una posizione ferma contro la decisione della multinazionale, aggiunge. “La multinazionale deve fermare la procedura di licenziamento e avviare una discussione con le organizzazioni sindacali, il governo – prosegue Palombella –, e dalla discussione ci saranno sicuramente delle disponibilità per trovare una soluzione lavorativa in grado di poter continuare a produrre motori qui, a Trieste”.

Se il 7 settembre Wartsila si presenterà con il gruppo dirigente al completo, aggiunge il segretario nazionale, “vorrà dire che ci saranno le condizioni per discutere. Se farà quello che ha fatto fino ad adesso, inviando avvocati o persone che non hanno responsabilità, vorrà dire che noi dobbiamo alzare il livello dello scontro, chiedendo ovviamente il coinvolgimento di tutti”. La manifestazione di sabato di Trieste, conclude Palombella, “dimostra che c’è tanta voglia di lottare, tanta voglia di modificare quello che può sembrare una vertenza irreversibile. Anche le cose impossibili possono diventare possibili”.

A rappresentare le numerose lavoratrici e lavoratori dei servizi e dell’indotto di Wartsila è stato il funzionario UILTuCS del Friuli Venezia Giulia, Lorenzo Urbani. Lavoratrici e lavoratori, spiega, “che sono più invisibili e che fanno parte di un’economia locale di cui il territorio non può dimenticarsi. Aziende come Psm, Camst, Europromos e molte altre microimprese direttamente coinvolte in questo processo di chiusura di Wartsila Trieste, i cui dipendenti sono oggi qui per dire che ci sono anche loro”, conclude Urbani.