Gruarin-Bressan: “Aumentano anziani e malati cronici, ma si smantella il sistema sanitario regionale a favore del privato”

Tredici posti tagliati su 33 disponibili alla Rsa ‘Opera pia Coianiz’ di Tarcento (Udine). Una scelta sbagliata dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale perché “indebolisce la capacità di risposta agli anziani non autosufficienti, ai malati cronici e a chi, dimesso spesso troppo presto dagli ospedali, necessita ancora di indispensabili servizi riabilitativi e residenziali prima di poter fare ritorno a casa”. Lo denunciano la segretaria generale UIL Pensionati del Friuli Venezia Giulia, Magda Gruarin, e il suo omologo dello Spi-Cgil, Renato Bressan.

Ad aggravare gli effetti del taglio dei posti l’affollamento dei reparti ospedalieri di medicina e un regolamento sulle Rsa che da qualche anno ha ridotto da 30 a 21 i giorni di permanenza gratuita, dopo i quali scatta la tariffa di 100 euro al giorno, solo in parte compensati dal contributo regionale. Un duro colpo soprattutto per una regione come il Friuli Venezia Giulia, seconda in Italia per tasso di anzianità (oltre 27% di over 65, 110mila over 80), e terza per indice di invecchiamento (rapporto anziani/under 2,37), in cui si prospetta nei prossimi dieci anni un ulteriore aumento di malati cronici e non autosufficienti, un indebolimento delle reti di assistenza familiare e della capacità di spesa degli anziani. Ben il 40% dei 355mila pensionati residenti in Friuli Venezia Giulia infatti ha un reddito inferiore ai 1.500 euro lordi.

“Provvedimenti come quello che ha colpito Tarcento si inseriscono purtroppo dentro ad una strategia di smantellamento progressivo del sistema sanitario regionale a favore di una privatizzazione dello stesso”, sottolineano Gruarin e Bressan. Da qui l’appello di Uilp e Spi di “rivedere il regolamento regionale sulle Rsa, reso obsoleto dalle dinamiche demografiche e dalla diffusione delle patologie croniche”, e di accelerare “sulla realizzazione delle strutture intermedie come le case della comunità, gli ospedali di comunità, le centrali operative territoriali e la stessa assistenza domiciliare integrata, previste dal Pnrr e per le quali la Regione Fvg ha ottenuto ingenti finanziamenti, nella cui messa in campo si registrano però ritardi già pesanti”, concludono i segretari.