Zorn: ripresa di fronte a momento improvvisamente più complesso
Andreani: per combattere contro ‘lavoro povero’, contratto collettivo, no salario minimo

“Complessivamente per il Paese è un momento difficilissimo, e si è abbattuto soprattutto sui nostri settori. Non siamo neppure usciti dalla pandemia, e scoppia la guerra in Ucraina. Oltre al dramma umano di una guerra in Europa, che ci riporta indietro di un secolo, ci sono i temi economici che si affiancano alla crisi energetica, al caro delle bollette della luce e del gas che si abbattono sulle imprese del Friuli Venezia Giulia e sui cittadini”. E’ la situazione eccezionale che si è scatenata a inizio 2021, sottolineata dal segretario generale della Uil del Friuli Venezia Giulia, e segretario regionale della Uiltucs (turismo, commercio, servizi), Matteo Zorn, all’apertura del consiglio regionale della categoria oggi a Trieste.

Una situazione molto complessa che non è solo dovuta alla crisi energetica, spiega Zorn, ma anche grande debito pubblico del Paese, che è stato ulteriormente aumentato con gli aiuti alle imprese dovuti alla crisi economica legata alla pandemia. “Tutti problemi che necessitano non un approccio da Stato- precisa-, sono problemi che necessitano un approccio da Unione europea, come si è fatto ora con l’Ucraina, e già con la risposta sanitaria alla pandemia Covid, e con il Next Generation Eu”.

Il segretario sottolinea il bisogno di un’Unione europea, “sì con la difesa comune, ma anche della sanità comune; sì un comune sistema di contribuzione al bilancio europeo, ma anche un sistema di tassazione comune alle imprese che crei entrate dirette al bilancio europeo”.

Un altro punto toccato da Zorn è la ripresa economica. “Usciamo da un paio di anni di crescita zero, ed è normale che ci sia una ripresa economica – spiega –. Ma mi chiedo che ripresa economica c’è, e quale sostenibilità sociale e che contratti ci sono? Quindi la nostra battaglia per i prossimi anni deve essere aumentare i diritti, i salari e una lotta alla precarietà”.

Sul tema interviene anche il segretario nazionale della Uiltucs, Paolo Andreani, che spiega come in Italia ci sono circa 4 milioni i lavoratori regolari, contrattualizzati, che rientrano nel cosiddetto “lavoro povero”. Nel turismo questa condizione riguarda 6 lavoratori su 10, mentre il potere delle retribuzioni in Italia negli ultimi 30 anni è diminuito del 3%, contro un aumenti del 30% in Germania e del 32% in Francia. Andreani ammonisce inoltre sulla “bufala” del salario minimo, si tratta di uno strumento introdotto in Europa per ridurre il “dumping lavorativo” tra gli stati, ma non serve per combattere il lavoro povero e il precariato. “Per questi ci vuole l’applicazione del contratto collettivo- spiega-, che ha diritti, ferie, permessi retribuiti, tredicesima e quattordicesima, cosa che non c’è nei 9 euro lordi all’ora, o peggio, 6-7 euro se si usasse in Italia il calcolo dello stipendio minimo europeo”, conclude.

Il consiglio regionale della Uiltucs ha poi approvato all’unanimità la relazione del segretario Zorn e il rendiconto dell’esercizio, e ha aperto la stagione congressuale per i rappresentanti sul territorio, fissando il congresso regionale a Trieste il 17 maggio prossimo.