ZORN-CALABRÒ: BEN VENGA NUOVA OCCUPAZIONE, MA A QUALI SONO LE CONDIZIONI REALI?

“Ben venga la nuova occupazione, ma prima di tutto bisogna vedere quale occupazione: se stabile o non stabile, se queste realtà fanno contrattazione aziendale (in molti casi no), quale dignità di lavoro offrono questi esercizi alle persone”. E’ l’intervento congiunto del segretario generale UIL del Friuli Venezia Giulia Matteo Zorn e del segretario generale UILTuCS Matteo Calabrò, dopo l’annuncio di una nuova ondata di espansione a Trieste di esercizi della grande distribuzione organizzata (Gdo) e di grandi catene specializzate. Proprio la Gdo infatti è un settore in cui è più difficile alle lavoratrici e lavoratori realizzare i propri diritti contrattuali (contratti spesso scaduti), ma anche quelli sindacali; dall’altra parte è frequente anche l’impiego di appalti per determinati servizi, lavoro molto flessibile dal punto di vista organizzativo.

“Non siamo contrari a nuova occupazione e nuovo lavoro, ma il mercato è saturo e ora non fa altro che frammentarsi, esasperando la concorrenza tra le varie catene, alla ricerca della ‘produttività’ – aggiungono Zorn e Calabrò -. Unendo ciò alla liberalizzazione degli orari, si crea una ulteriore esasperazione della flessibilità, su orari, aperture domenicali e festive, e quindi un abbassamento delle condizioni di lavoro, in un settore in cui è già difficile conciliare i tempi di vita famigliare con quelli lavorativi, problema che tocca in particolar modo le lavoratrici madri”.

Secondo la UIL e la UILTuCS regionale, “la riqualificazione della città non può essere solo aggiungerci nuovi supermercati e grandi catene commerciali. Bisogna trovare un equilibrio, rilanciando anche i centri storici, rivitalizzando i negozi di vicinato come presìdi di valore sociale e urbanistico, che non riescono a reggere la concorrenza delle grandi catene, e la cui scomparsa porterebbe di fatto all’impoverimento della città”, concludono Zorn e Calabrò.