COMMERCIO E APPALTI,
CONTRATTI CON SEMPRE MENO ORE E PIU’ PRECARIETA’
Le donne le più penalizzate: una su tre impiegata a orario ridotto. Caso Dussmann a Trieste, ancora aperta la campagna #SalvaIkea a Villesse. Concorrenza esasperata della Gdo a Udine e Pordenone.
“L’approccio neo-liberista ha fallito. La crisi ha accelerato questo processo di cambiamenti sociali e di rapporto tra uomo e lavoro; oggi assistiamo a una polarizzazione della società in cui pochi hanno sempre di più e tanti hanno sempre di meno. Servono risposte concrete per i lavoratori e un nuovo modello sociale”.
Lo ha affermato Matteo Zorn, nel corso del Congresso della UIL TUcS del Friuli Venezia Giulia tenutosi oggi nella Sala Teatro Piccola Fenice di via San Francesco 5 a Trieste, che lo ha confermato nell’incarico di Segretario regionale e di Trieste. Al congresso hanno preso parte anche il Segretario Generale della UILTUcS Brunetto Boco. Nel corso dell’incontro con i delegati è stato fatto il punto sulla situazione del settore del commercio e degli appalti in Regione, in cui il sindacato “con vecchi valori” deve rivendicare “nuove tutele, per un’occupazione di qualità, anche attraverso la contrattazione aziendale e territoriale”.
In questi anni di crisi, il sistema degli appalti ha “pagato tutti i tagli delle retribuzioni. Le aziende hanno fatto la marginalità tagliando le ore e i salari dei lavoratori, con ricadute sulla qualità del servizio”. Eclatante, al riguardo, è il caso della Dussmann di Trieste, che gestisce le mense scolastiche e che “ha tagliato il numero di ore in modo drastico – ha ricordato Zorn -. I ritmi di lavoro sono insostenibili, con pochissime ore a disposizione per lavorare. Di conseguenza il servizio ne risente sulla qualità. Abbiamo fatto scioperi, proteste riuscendo anche a ottenere alcune ore in più e servizi aggiuntivi al sabato, ma è chiaro che quando un appalto viene aggiudicato “male” dal punto di vista sindacale, per quanto ti mobiliti, ottieni risultati che leniscono le ferite ma non consentono di recuperare una situazione compromessa”. “Bisogna agire a monte, sul sistema degli appalti, attraverso una legislazione che garantisca i lavori e una sensibilizzazione delle pubbliche amministrazioni con protocolli di intesa che diano tutele dei lavoratori, non solo a salvaguardia della tutela occupazionale ma anche del maturato economico”, ha aggiunto Zorn.
Non se la passa meglio il settore del commercio. “Nonostante i buoni propositi e il coinvolgimento dei sindacati, sulla legge regionale hanno prevalso le logiche di potere. E’ chiaro che la competenza dal punto di vista giuridico è nazionale”, ha ricordato ribadendo le richieste del sindacato di categoria per “arrivare a una legge che individui un numero di festività in cui tutti chiudano obbligatoriamente e un altro numero che venga demandato al territorio attraverso dei tavoli con il coinvolgimento di tutte le parti sociali, per riuscire a trovare un minimo di regole che valgano per tutti, conciliando la libertà di impresa e il diritto per tutti di stare a casa in certe festività”. Il settore è uno di quelli che, anche in Regione, sconta il maggior numero di contratti atipici, come i contratti a chiamata, i part-time non volontari e i contratti a termine. Contratti a tempo determinato che, in un settore in cui l’occupazione femminile nel 2016 era pari all’83,7%, penalizzano soprattutto le donne, 14,9% mentre gli uomini sono al 12,1% secondo i dati analizzati nel Rapporto 2017 su “Il mercato del Lavoro in Fvg”, edito dalla casa editrice Franco Angeli. “Dicevano che l’articolo 18 impediva le assunzioni a tempo indeterminato. Adesso non c’è più. Solo la decontribuzione ha creato nel 2015 un picco di assunzioni a tempo indeterminato”, ga constatato il Segretario. Per non parlare del 35,9% di donne, in pratica una su tre, che nel 2016 erano impiegate a orario ridotto. “Così assistiamo al fenomeno dei working-poor, bisogna favorire l’incremento degli orari delle lavoratrici perché il part-time così è uno strumento di flessibilità”, ha commentato ancora Zorn.
Nel settore la UILTUcS del Friuli Venezia Giulia è impegnata su Gorizia nella campagna nazionale #CambiaIkea, avviata quasi 5 mesi fa per chiedere anche a Villesse per riportare al centro dell’attenzione i lavoratori. Sulle province di Udine e Pordenone il sindacato guarda invece con preoccupazione ai livelli di “concorrenza esasperata nel settore della Gdo che porta solo al peggioramento delle condizioni di vita di lavoratrici e lavoratori”.
“Negli anni della crisi è aumentata la fetta di mercato degli hard discount su una superficie di circa 1500 metriquadri. Vedremo lo sbarco di Aldi che conseguenze avrà in un sistema già saturo. Servirebbe uno sviluppo equilibrato tra piccoli e grandi negozi”, ha concluso Zorn senza dimenticare i casi dei recenti crac delle Cooperative Operaie di Trieste e CoopCarnica che “sono andate gambe all’aria in coincidenza della crisi”. Ma se nel primo caso a Trieste l’impatto occupazionale è stato quasi azzerato, tra acquisizioni e accompagnamento alla pensione, “il costo sociale su CoopCa è stato molto più elevato”.